All’indomani della battaglia di Solferino del 24 giugno 1859, 35.000 soldati feriti vennero trasportati a Brescia che divenne, per usare le parole di Henry Dunant in Souvenir de Solferino “un immenso ospedale”: tutta la popolazione si mobilitò in quella che divenne un’operazione umanitaria di soccorso senza precedenti in favore sia dei franco-piemontesi che degli austriaci.
I protagonisti di quei giorni, le autorità civili e religiose ma anche i semplici cittadini che avevano toccato con mano la necessità di avere un soccorso sanitario organizzato in tempo di guerra, seguirono con grande interesse la nascita della Croce Rossa nel 1863 e la firma della Convenzione di Ginevra il 22 agosto 1864; riconoscendosi nelle parole scritte da Dunant sulla necessità di un soccorso tempestivo, organizzato e universalmente riconosciuto, si attivarono dunque per costituire un comitato anche a Brescia.
Il 7 gennaio 1865 l’Associazione medica bresciana nominava un comitato di venti persone per la costituzione della CRI. Nel giro di pochi mesi si raggiunse il numero di soci necessari alla costituzione legale, così il 26 giugno 1865 venne ufficialmente costituita l’Associazione Italiana di soccorso pei militari feriti e malati in tempo di guerra. Primo presidente fu Gaetano Facchi, sindaco di Brescia, a testimonianza del legame tra l’associazione e la municipalità, legame forte ancora ai giorni nostri.
L’Associazione di Soccorso di Brescia fu la quarta in Italia, dopo quella di Milano, Bergamo e Cremona; il primo intervento sul campo fu nel 1866 durante la Terza Guerra d’Indipendenza quando gestì delle ambulanze (cioè delle postazioni di soccorso) a Rocca d’Anfo e Giuseppe Garibaldi ne elogiò l’azione.
Nel 1885, la denominazione cambiò in Sottocomitato della Croce Rossa Italiana in Brescia e nel 1890 consapevoli delle sempre maggiori necessità di soccorso della popolazione anche in tempo di pace, ma non potendo operare direttamente a causa dello Statuto che limitava il campo di intervento dei volontari dell’Associazione al solo periodo di guerra, questi decisero di fondare la Croce Bianca di Brescia ponendo a capo della stessa Tullio Bonizzardi , consigliere della Croce Rossa; iniziò così un lungo periodo di collaborazione fra le due associazioni.
Il terremoto calabro-siculo del 28 dicembre 1908 costituì un momento di svolta per la Croce Rossa Italiana e per il Comitato di Brescia: dopo un acceso dibattito sull’opportunità o meno di violare i principi statutari, il 3 gennaio 1909 volontari bresciani partirono in treno con un carico di materiale di soccorso e personale medico pronto ad aiutare la popolazione terremotata, prima alla volta di Napoli e, successivamente, a Palmi e Siracusa. Era il primo intervento di protezione civile della Croce Rossa bresciana che da allora non mancò di essere presente al fianco della popolazione italiana in tutte le grandi calamità naturali che hanno scosso il Paese nell’ultimo secolo.
Grande fu poi l’impegno dell’Associazione durante le due guerre mondiali, per assistere le vittime del conflitto - soldati e popolazione ferita - e ancora di più nel dopoguerra quando non erano più le armi a mietere vittime ma la miseria e le malattie.
Gli obiettivi che si pone il Comitato di Brescia sono:
la missione principale della Croce Rossa Italiana – Comitato di Brescia sia quella di rappresentare un Punto di Riferimento per i cittadini, le Istituzioni e le Associazioni del Territorio, ponendo al centro le esigenze dell’uomo, attraverso:
Turni 112:
Marco Ruffoni, Gianluca Tomei, Silvana Davolio
Trasporti:
Morris Lussignoli, Pierangelo Ghizzini
Eventi e manifestazioni sportive:
Marco Ruffoni
Convenzione S. Anna:
Morris Lussignoli, Pierangelo Ghizzini
Fundraising:
Carolina David